Progetto 01/ Sottoterra: il lavoro dei minatori trentini in Belgio e l’opera di Calisto Peretti:
La mostra “Sottoterra: il lavoro dei minatori trentini in Belgio e l’opera di Calisto Peretti” curata da Tommaso Pasquini e Vittorino Rodaro, si propone di raccontare i principali aspetti della drammatica vita in miniera di cui migliaia di emigrati, trentini ed italiani, furono protagonisti in Belgio nell’immediato secondo dopoguerra.
Da una parte l’Italia, la disoccupazione, la miseria e quindi il bisogno di partire, dall’altra il Belgio con la ricostruzione, i programmi industriali e la necessità di manodopera.
Da queste opposte esigenze nacque il cosiddetto accordo “uomo-carbone”, che già dal 1946 diede il via ai flussi migratori dall’Italia e dal Trentino verso il paese carbonifero.
Grazie a ricca ed eterogenea documentazione fotografica e filmica, a testimonianze dirette, ai preziosi oggetti provenienti dal Museo di Blegny-Mine, oltre che alla ricostruzione sonora e visiva di ambientazioni tipiche del lavoro in miniera, il visitatore vive un’esperienza non solo intellettuale ma anche sensoriale dal forte impatto emotivo.
Congiungono e valorizzano le sezioni dell’esposizione le opere di Calisto Peretti, artista belga di origini italiane, che dedicò parte della propria vastissima produzione alle agghiaccianti condizioni di lavoro e di vita dei minatori negli anni della grande affluenza da tutta Europa verso i principali centri minerari della regione.
Il progetto è stato realizzato dalla Fondazione Museo storico del Trentino attraverso il Centro di documentazione sulla storia dell’emigrazione trentina con il supporto dell’Ufficio emigrazione della Provincia Autonoma di Trento e la collaborazione del Museo di Blegny-Mine.
INFO | Luogo: Le Gallerie di Piedicastello – Trento | Orario: Da martedì a domenica, ore 9.00-18.00. Chiuso il lunedì. Ingresso libero.
Progetto 02/Ci sarà….una volta:
“Ci sarà… una volta” è un laboratorio collettivo della memoria. L’obiettivo generale del progetto non è la rappresentazione teatrale in sé, ma lo stimolo e la costruzione di un confronto pubblico all’interno di un paese o di un quartiere per suggestionare, interrogare e tenere vivo lo spirito di una comunità.
Riunire idee e cercare soluzioni concrete intorno a problemi reali, ridare vita alla memoria passata attraverso la voce e la teatralità dei cittadini che lo animano e che lo hanno animato, sono altri punti di forza di un percorso, di un laboratorio collettivo, che si propone come modello replicabile in tutte le realtà.
Ed è possibile farlo, ne sono esempi lampanti le esperienze fatte sia a Firenze che a Cembra, piccolo borgo trentino.
Il percorso, ma forse specie, il momento diciamo così “pubblico” di “Ci sarà una volta” ha sempre prodotto momenti originali, taluni divertenti altri commoventi. In fin dei conti è uno strumento a disposizione di tutti per costruire e consolidare la consapevolezza e la responsabilità di ciascuno di essere paese, essere comunità..
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