L’idea di fare un documentario su Sulejmani Merse è nata durante un’intervista da me realizzata nel 2006  nel quadro di un progetto di ricerca sulla discriminazione degli immigrati nel mercato del lavoro trentino.
In mezzo alle risposte secche, i numeri e i dati dei questionari che gli somministravo, emergevano i tratti più significativi di quella che era la sua storia di vita.
Una vita che restava inevitabilmente fuori, con tutto il fascino narrativo e il valore effettivo del personaggio, da una ricerca di carattere scientifico, ovviamente più interessata ai freddi dati numerici che alla storia in sé.
Ed era un peccato: perché quella che pur in mezzo alle inevitabili difficoltà, ostacoli e sconfitte andava delineandosi durante quelle interviste era al tempo stesso la storia di un’integrazione riuscita, la storia di un uomo con dei sogni, delle speranze e dei progetti. Che un giorno realizza a chilometri e chilometri da casa in una terra dove non ti aspetteresti di trovare storie come questa. Che in effetti è soltanto una delle tante storie, di uomini, di persone, prima ancora che di immigrati che accadono ormai da anni in questa terra, anche ora, in questo momento i tanti Merse sparsi per il Trentino stanno, di fatto, vivendo esperienze di integrazione, più o meno riuscita, ma reale, effettiva.